Il Natale ha bisogno di cura. Brano numero 10.
I Natali alternativi…
“Lo specchio delle brame” da “Harry Potter e la pietra filosofale” di J.K. Rowling:
Natale si stava avvicinando. Un mattino di metà dicembre, il castello Hogwarts si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Il lago era diventato una spessa lastra di ghiaccio e i gemelli Weasley erano stati puniti per aver fatto un incantesimo alle palle di neve, che si erano messe a inseguire Raptor dovunque andasse rimbalzando sul dietro del suo turbante. I pochi gufi che riuscivano a fendere il cielo temporalesco per consegnare la posta dovevano poi essere curati da Hagrid prima di poter riprendere il volo.
Tutti quanti non vedevano l’ora che cominciassero le vacanze. Mentre nella sala di ritrovo di Grifondoro e nella Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti, i corridoi pieni di spifferi erano gelidi, e un vento sferzante faceva sbattere le imposte nelle aule. Il peggio erano le lezioni del professor Piton, che si tenevano nei sotterranei, dove il respiro si condensava in nuvolette e tutti cercavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bollenti.
“Mi dispiace proprio tanto” disse un giorno Draco Malfoy, durante la lezione di Pozioni, “per tutti quelli che a Natale dovranno restare a Hogwarts perché a casa nessuno li vuole”.
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