Biblioterapia Umanistica o dello Sviluppo

Parlando di Biblioterapia

La Biblioterapia dello Sviluppo, Umanistica o Creativa, può essere definita come “l’utilizzo creativo e ragionato della letteratura e della lettura guidata dall’intervento di un facilitatore, con l’obiettivo di promuovere il benessere della persona, lo sviluppo, il confronto e l’autoconoscenza”.

Il termine “bibliotherapy”, coniato all’inizio del 900 negli Stati Uniti dal ministro di culto Samuel Crothes, unisce la parola greca biblion – libro – alla parola therapy – care, inteso come accudimento della persona. Il termine scaturito da questo accostamento non è stato ancora completamente accettato; in molti sostengono che la definizione sia troppo ampia e il suffisso ‘terapia’ rischia di essere una scelta poco fortunata, in quanto la biblioterapia non è psicoterapia e non è neanche una terapia per sé. Io stessa ho scelto il termine BIBLIOSOPHIA – sapienza dei libri – per la mia personale versione di Biblioterapia dello Sviluppo che nel tempo vado affinando.

 

Il campo biblioterapico è infatti interdisciplinare e necessita che venga chiarita a priori l’area di applicazione, i contesti, gli obiettivi, i possibili utilizzi e le professionalità che se ne occupano.

La Biblioterapia CLINICA – di competenza dei professionisti della salute mentale – ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di diversi disturbi psichici di lieve entità sia in età adulta che in età infantile e adolescenziale. Si tratta della somministrazione da parte di psichiatri, psicoterapeuti e psicanalisti, di testi di letteratura o di libri di auto-aiuto all’interno del setting o nel percorso di cura nei diversi ambiti clinici, con l’obiettivo di ricercare un beneficio psicologico mirato.

La Biblioterapia UMANISTICA o EDUCATIVA è invece di competenza delle cosiddette professioni laiche – educatori, counselor, assistenti sociali, infermieri e filosofi. Gli obiettivi perseguiti in questo ambito sono volti all’empowerment e atti a rafforzare la parte sana, creativa, emotiva e riflessiva dei partecipanti.
Le potenzialità insite nella lettura, già note ad Aristotele, sono state studiate a partire dall’inizio del ‘900 negli Stati Uniti dagli psichiatri Menninger; negli anni ’50 Caroline Shrodes ha teorizzato la ‘metodologia’ della biblioterapia basata su un processo psicodinamico che la caratterizza. Si tratta di fasi necessarie perché si inneschino e si attivino gli effetti ‘terapeutici’ dei libri, ossia: identificazione, proiezione, catarsi e integrazione.
L’efficacia dell’uso della letteratura è stata confermata negli anni dagli studi sulla sua applicazione: dalle teorie sull’estetica della ricezione del testo, dalla teoria dei neuroni a specchio – relativamente alle basi biologiche dell’empatia; dall’utilizzo della finzione letteraria -utile alla comprensione della realtà e di sé stessi; dalle analisi qualitative sulle esperienze biblioterapiche svolte nei diversi campi professionali.

Grazie ai diversi studi si è potuto confermare che i numerosi meccanismi sottesi alla lettura consentono l’immedesimazione con i personaggi e le loro vicende. Tale processo può condurre all’elaborazione di paure, pensieri ed emozioni e può consentire lo sviluppo di capacità di socializzazione individuale o gruppale. Come suggeriscono le neuroscienze infatti, le storie attivano gli stessi processi cognitivi usati nelle interazioni con gli altri; la lettura è per questo in grado di indurre un processo psicofisiologico di rilassamento, di aprire la mente a nuovi paesaggi interiori. Per raggiungere questi obiettivi viene utilizzata e stimolata all’interno del gruppo ogni sorta di analisi dettata dall’intuizione emotiva mossa dalle parole dei testi.

La Biblioterapia dello sviluppo può essere utilizzata in variati contesti: Biblioteche, Librerie, Case di riposo, Comunità riabilitative, Scuole, Ospedali, Studi privati. All’interno dei gruppi di biblioterapia il facilitatore svolge il compito di elemento tra gli elementi in grado di proporre stimoli di riflessione e mediare le dinamiche interne. La conduzione prevede l’uso di competenze nella lettura ad alta voce e nell’analisi di testi con finalità educative, l’elaborazione di percorsi letterari e la condivisione di letture per promuovere la riflessione filosofico esistenziale e l’empatia. La lettura espressiva ad alta voce svolta dal facilitatore predispone all’ascolto rispettoso degli altri, a riconoscere le proprie e altrui emozioni, a superare timidezze e sentimenti di solitudine. I libri scelti devono presentare contenuti utili e accessibili per i partecipanti che favoriscano l’intelligenza emotiva e il pensiero laterale. I testi vengono selezionati, letti, analizzati, arricchiti di altri testi di qualsiasi tipologia letteraria che ne amplificano il senso.

Il libro può diventare uno strumento prezioso di cura durante le diverse fasi evolutive. Nella fase adolescenziale, durante la quale la capacità di immaginazione è più vivida, i libri possono essere una valido motore di identificazione. Immedesimandosi con i personaggi l’adolescente sperimenta paure, emozioni, avventure; l’intrecciarsi di relazioni con gli altri protagonisti del libro può contribuire alla costruzione dell’ identità e delle relazioni sociali, può stimolare la ricerca della complessità interiore e dello sviluppo delle capacità critiche e riflessive.
Nella fase della maturità i progetti, le realizzazioni e le frustrazioni della vita quotidiana, del lavoro e della famiglia possono assorbire la gran parte del tempo a disposizione e lasciare poco spazio alla lettura. In realtà si tratta di una pratica che attraversa la nostra vita ed è sempre possibile trovare lo spazio per attingervi come strumento di trasformazione della nostra personalità inconscia e conscia. Nella fase della vecchiaia il libro può riempire gli spazi di solitudine e di vuoto, può stimolare l’uso della memoria e dare valore a una fase di vita preziosa per le elaborazioni personali. La perdita della vitalità, della forza e del vigore; la perdita delle persone amate; la perdita di un ruolo sociale legato al lavoro; la perdita di un altro anno che passa che può creare angoscia e vissuti depressivi, possono essere medicati dalla lettura mirata efficace per una riflessione storica della nostra vita e delle tappe che l’hanno caratterizzata.
Per lo svolgimento dei miei laboratori di BIBLIOSOPHIA applico le tecniche biblioterapiche con un approccio specificamente filosofico-educativo; lo scopo è di potenziare l’efficacia dei testi scelti, valorizzare la relazione tra i partecipanti, implementare le risorse che ogni singolo ha già in sé.