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Si può parlare di scienza della biblioterapia?

11/01/2021

E’ possibile che la lettura possa guarire? Sì. Le parole hanno una funzione salvifica,

per chi le scrive e per chi le legge” (Marco Belpoliti)

 

Negli anni Trenta Karl e William Menniger, della famosa Clinica Psichiatrica Menninger, promossero l’uso dei libri per pazienti con lievi nevrosi  o problemi di alcolismo, o come supporto per i parenti dei pazienti o per i genitori dei bambini in cura.

Nel 1937 Karl Menninger pubblicò un libro sulla psichiatria che conteneva alcuni articoli e in uno di questi descrisse gli obiettivi della Biblioterapia: come inserirla all’interno del piano di trattamento del paziente e come prescriverla, il ruolo del medico e quello del bibliotecario. Presso la clinica la biblioterapia veniva infatti usata per trattare alcuni disturbi psichici, ma solo dopo un’attenta valutazione del quadro clinico passato e presente dei pazienti oltre che dei suoi bisogni terapeutici.

In quanto considerata un vero e proprio trattamento, il medico era ritenuto responsabile dei testi prescritti, dei contenuti della libreria e dell’approvazione dei testi prima che venissero acquistati. Le responsabilità del bibliotecario includevano invece le modalità di acquisto, conservazione e distribuzione dei libri, così come la personale conoscenza del testo assegnato e l’interesse nei confronti del feedback del paziente.

dall’articolo “Biblioterapia” Di William C. Menninger, 

traduzione di Gaia Miglietti

«…In cinque anni abbiamo sviluppato un programma di biblioterapia sotto la supervisione diretta di un medico. A partire da questa esperienza riteniamo che lo scopo della biblioterapia sia triplice. Uno di essi è educare. In qualità di sforzo educativo, la lettura è stata prescritta nell’ottica del raggiungimento di diversi obiettivi: fonte di informazione; per incoraggiare l’individuo a sviluppare interesse per l’altro da sé; per avviare o assistere il paziente nel mantenere contatti con la realtà esterna, e per comprendere alcuni aspetti relativi alla natura della propria problematica.

…Il secondo intento della biblioterapia parrebbe essere procurare svago o divertimento, ossia
fornire materiale di lettura come semplice fonte di gratificazione per il paziente. Il terzo obiettivo è
aiutare l’individuo a identificarsi con il gruppo sociale, cosa resa possibile dalla istituzione di gruppi di
lettura, forum dei pazienti e della rubrica letteraria sul giornalino dei pazienti.»

I risultati osservati della biblioterapia si sono manifestati attraverso una serie di meccanismi psicologici. Abbiamo ripetutamente riscontrato un parallelismo tra la guarigione o il miglioramento del paziente e il suo rinnovato o risvegliato interesse per la lettura. Sia che l’obiettivo terapeutico fosse offrire al paziente un motivo di svago o dargli conoscenza o consapevolezza, in ogni caso il beneficio gli derivava da un certo grado di assimilazione del materiale letterario. Abbiamo osservato almeno quattro modalità con cui il beneficio veniva ottenuto.»

Probabilmente il beneficio terapeutico più comune della biblioterapia deriva dall’identificazione del paziente con un personaggio in particolare o un’esperienza presente nel libro con conseguente abreazione emotiva nel leggere il materiale assorbito. Durante tale processo di identificazione l’individuo ottiene gratificazione indiretta mediante gli sforzi e le vittorie dell’eroe, e potrebbe anche provare sollievo sapendo che altre persone vivono difficoltà simili alle proprie. Questo feedback positivo si è registrato in particolare con la lettura di romanzi, soprattutto nei casi in cui l’eroe o l’eroina riesce a superare una difficoltà.»

Si può dunque parlare di scienza della biblioterapia? Si tratta di una domanda centrale che si sono posti negli anni medici e bibliotecari, facilitatori e ricercatori, e che ancora tiene banco senza trovare una risposta definitiva. Secondo il metodo fenomenologico perché la biblioterapia venga considerata una scienza più che un’arte, è necessario che si possano raccogliere dati sperimentali che ne dimostrino l’efficacia. In tal senso se bibliotecari e facilitatori sono consapevoli dell’efficacia dei libri, i medici hanno affidato la dimostrazione a studi di carattere statistico.

Nei prossimi articoli ci occuperemo delle diverse posizioni, consapevoli e certi che l’uso creativo e ragionato della lettura e del materiale letterario in contesti di cura e di crescita personale  sia strumento potente di promozione della salute e del benessere dell’individuo.

Tags: arteterapie, biblioterapia, scienza

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