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Passione per il mare di Nicoletta Meregaglia

01/03/2021

«Questo clima, questi viaggi, e l’apparire delle terre all’aurora; le nuove isole che spuntano dai banchi delle nebbie mattutine; e nuovi approdi boscosi, e nuovi allarmi di temporali e risacche: tutta la storia della mia vita è per me più bella di qualsiasi poema». Robert Louis Stevenson, Letters, II.

 

PASSIONE PER IL MARE

di Nicoletta Meregalia

 

 

Perché provo una vera, duratura, continua, profonda passione per il mare?

Sicuramente bisogna avere un carattere appassionato, entusiasta, che tende ad adorare o odiare le cose, che le sente nelle vene, ed è sicuramente il mio caso.

Il mare è presente nella mia vita fin dai primi anni. A mia madre piaceva molto e i miei genitori ci portavano, me e i miei fratelli, fin da piccolissimi per diversi mesi (giugno, luglio e settembre) ogni anno. Dapprima giocavamo con la sabbia, poi sguazzavamo nel bagnasciuga, più grandi, quando sapevamo nuotare, ci tuffavamo dal pontile, andavamo sott’acqua in apnea e saltavamo sulle onde quando il mare mosso frangeva sulla spiaggia. Chiamavamo e urlavamo “onda gioconda!”, e per me sono sempre così anche quando rendono la navigazione difficile. Sento timonieri che, soffrendo, le definiscono “brutte” o anche “bastarde” ma per me non lo sono mai. Possono essere molto fastidiose, o addirittura pericolose, ma non mi sognerei mai di insultarle! Sono così belle: piccole e corte, oppure imponenti, a volte col loro ricciolo di spuma chiara o turchese; è fantastico come ogni volta che la barca le taglia si forma un arcobaleno.

Da bambini l’unico divieto era quello di entrare in acqua dopo pranzo: bisognava aspettare ben 3 ore che non passavano mai… Ancora adesso, dopo così tanti anni, da vera bastian contrario, è raro che non faccia un bagno subito dopo pranzo!

Adolescenti passavamo ore a nuotare, a tuffarci dagli scogli, a fare sci d’acqua o a veleggiare in deriva. Quando c’era brutto tempo uscivamo lo stesso, e mia madre, preoccupata, ci faceva seguire da un marinaio su un gommone: deve averci odiati! Scuffiavamo ovunque, anche in porto! Col gommone spingevamo il motore al massimo e una prova di coraggio consisteva nel non decelerare prima dell’onda. Diverse volte sono stata sbalzata in acqua (quando non guidavo io) anche se mi tenevo, per fortuna senza danno a parte le bevute d’acqua salata dovute alle risate irrefrenabili. Quando arrivava agosto e ci portavano in montagna, ero tristissima: il mare mi mancava, e poi finita la pacchia, la libertà di andare a piedi scalzi, mezzi nudi in costume o maglietta e pantaloncini! E vai di scarponcini, calze di lane, maglioni e quant’altro, e via con le passeggiate per boschi e valli, e infatti da allora odio scarpinare!

La mia migliore amica adora la montagna e una delle poche volte che sono andata a trovarla mi ha chiesto: “ma non vedi quanto è bello?!”. Ovviamente lo vedo, non sono cieca! La natura è splendida dappertutto: in montagna, in un bosco, nel deserto, ovunque, ma per me un giorno che non passo al mare quando mi sarebbe possibile è perso! Sì, sono proprio mono maniacale, e ho una sola passione: il mare! Quindi giorni e giorni di deriva, di wind surf, di barca a vela, e quando finiscono, ricomincerei. Alla prima attraversata atlantica mi chiedevo: ma non mi stuferò? Ora so che anche dopo 21 giorni senza vedere terra, io continuerei ancora…

Adoro le barche a vela e vivere a bordo; mi piacciono le crociere, quelle tranquille di rada in rada, in Pacifico e in Atlantico da isoletta a isoletta con tante ore in acqua a fare snorkeling, ma preferisco le navigazioni d’altura durante le quali per diversi giorni non si tocca terra. Arrivati in un posto, francamente non scenderei, non sento l’esigenza di arrivare a nuoto fino alla spiaggia, né di andare a visitare il paese se siamo in porto. La terra non mi manca, figurarsi la montagna!

In francese il mare è femminile, e Baudelaire dice in una poesia che ha la funzione unica di consolarci e cullarci, e infatti non dormo bene da nessuna parte come a bordo, e soprattutto tutto quello che non è inerente alla navigazione e alla barca sfuma in secondo piano, tutti i problemi e le seccature vengono dimenticati…Il mare, con la sua sola presenza, soddisfa pienamente la mia parte bimba. E’ una balia fantastica, un balsamo per il mio cuore.

Quando sono a bordo il mare lo sento ogni istante: il rumore che fa, il leggero sciacquio dell’ondina minuscola contro lo scafo di notte in porto o in rada, il profumo che ha, in una parola il suo respiro.  Posso guardarlo per ore e ore, e ammirarlo nei suoi colori, sempre uguali e sempre diversi, vedere la luce che cambia nel corso della giornata, ascoltarlo e annusarlo. Quando mi ancoro, anche se è tardi e si sta facendo buio, non posso resistere a tuffarmici, e sguazzarci dentro. Mi piacerebbe tanto avere le branchie!

Il vero motivo per cui l’adoro, oltre all’imprinting di mia madre e dell’infanzia, è perché è stupendo. A parte le persone, non c’è nulla al mondo che amo di più. Se solo potessi abbracciarlo!

 

Nicoletta Meregaglia

autrice dei libri:

  • Mimi Ona, Ed. LFA Publisher
  • I piaceri della vela!, Ed. Mursia

Tags: mare, Narrazione, passione

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