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Il potere terapeutico dei libri

27/05/2021

Il potere terapeutico dei libri

27 Maggio 2021 in Pratiche filosofiche http://officinafilosofica.it

di Alessandra Manzoni

 

Sin da bambina la lettura è stata per me fonte inesauribile di vita e benessere, uno spazio di riconciliazione con la mia creatività.

Crescendo, quell’istintiva fiducia nella potenza della lettura non mi ha mai abbandonata, e l’idea che essa potesse diventare anche uno strumento per aiutare gli altri a prendersi cura di sé nutrendosi attraverso i differenti universi di significato dei quali i libri sono portatori, mi è parso immediatamente qualcosa di straordinario, in grado di unire tutti i miei interessi in un filo rosso inaspettato.

Essendo multidisciplinare e trasversale, la Biblioterapia si presta a diverse definizioni; quella che si addice maggiormente al mio modello elettivo la definisce come un “uso creativo e ragionato della lettura e del materiale letterario, a partire da un progetto e attraverso la guida di un facilitatore, con l’obiettivo pedagogico di promuovere benessere, sviluppo, confronto e autoconoscenza”.

Che cos’è la Biblioterapia?

Nel concetto di Biblioterapia la parola biblion, libro, è stata accostata al termine greco therapeia, cura, nell’accezione di custodire, di occuparsi della persona e non nel senso univoco di cura medica.

Essa nasce in ambito clinico del quale sono competenti psichiatri, psicoterapeuti, psicologi; essi fanno uso della Biblioterapia secondo obiettivi psicologici mirati, come strumento integrante della terapia stessa, come somministrazione di testi all’interno del setting individuale o di gruppo, selezionando il materiale più idoneo all’obiettivo da raggiungere.

La Biblioterapia umanistica o dello sviluppo

La Biblioterapia che mi compete non è quella clinica, bensì quella Umanistica o dello Sviluppo, che vede coinvolte nel processo biblioterapico figure laiche quali bibliotecari, educatori, counselor, che utilizzano la metodologia come fonte di auto-aiuto con obiettivi volti a stimolare e a promuovere la crescita personale, sfruttando tutto il materiale letterario all’interno del confronto tra pari.

Nell’ambito della Biblioterapia Umanistica io stessa, in qualità di counselor dell’educazione, ho ricavato uno spazio personale adeguando questa tecnica sia alla mia personale formazione filosofico-umanistica sia alle mie urgenze: l’interesse per l’uomo e la sua educazione e il fascino per la parola che ne è massima espressione, declinando in Bibliosophia, sapienza dei libri, l’uso creativo e ragionato del materiale letterario secondo un progetto filosofico-educativo.

La Bibliosophia

Questo approccio attinge sia alla filosofia antica – al metodo socratico, per esempio, che apre spazi potenti di domanda e di riflessione – sia al pensiero delle mie due filosofe di riferimento.

La prima è Hannah Arendt le cui riflessioni sull’importanza della partecipazione dell’individuo alla creazione di un mondo pubblico sono state guida al mio pensiero intorno al valore sociale della lettura. All’interno dei gruppi di biblioterapia, infatti, la lettura ad alta voce dei brani scelti consente di massimizzare il processo di socializzazione e di sviluppo del singolo.

A Hannah Arendt affianco il pensiero di Maria Zambrano dalla quale attingo l’idea della necessità dell’uomo di “vivere pensando” come vocazione e fonte di rinascita, nonché il pensiero che un libro “finché non viene letto è soltanto un essere in potenza” dunque deve avere una forza comunicativa dirompente.

Il valore educativo che attribuisco alla Bibliosophia come declinazione della Biblioterapia poggia sulla convinzione che lo sviluppo dell’uomo sia un processo che accompagna la persona lungo tutta la vita e per questo debba essere sostenuto da azioni, incontri ed esperienze educative che possono essere facilitati anche da strumenti guida come i libri.

 

La letteratura, infatti, si caratterizza per l’andare oltre le parole e la narrazione, è il lavoro continuo del linguaggio interiore, che diviene racconto orale o scritto. Essa amplifica l’efficacia del gruppo e insieme possono diventare strumenti di crescita e di formazione sia del singolo che della pluralità promuovendo cultura e salute, e con ciò possiamo affermare che lo sviluppo della persona è anche lo sviluppo della società e viceversa.

I laboratori di Bibliosophia

I laboratori di Bibliosophia si sviluppano su percorsi che uniscono l’interesse per l’etimologia delle parole a quello per gli archetipi, partendo da una riflessione iniziale che via via si amplia, mentre le voci dei libri proposti si sommano a quelle dei partecipanti, in uno scambio virtuoso e profondo di pensieri e di emozioni.

La scelta di parole specifiche, l’indagine sulla loro etimologia, l’uso del loro significato originario vengono utilizzati per stimolare la riflessione e rilanciare le emozioni perché le parole catturano e contengono la saggezza umana e per dirla con Goliarda Sapienza “nutrono e come il cibo vanno scelte bene”.

Gli Archetipi rispondono alle domande esistenziali perché sono forme primordiali del pensiero, simboli innati nell’inconscio umano collettivo, capaci di individuare i meta concetti di un’opera letteraria interpretati nei suoi personaggi e nella narrazione, a dimostrazione dell’esistenza di bisogni umani fondamentali e condivisi.

Nei laboratori vengono utilizzati testi di qualsiasi genere sfruttandone la capacità evocativa così da attivare le fasi psicodinamiche che caratterizzano il processo biblioterapico: immedesimazione, proiezione, catarsi e integrazione.
Tra i laboratori più amati vi è quello intitolato PAROLE: dal ‘dizionario dei miei giorni’ vengono scelte alcune parole guida – Persona, Viaggio, Cura, Trasformazione – che sento essenziali per la comprensione della complessità contemporanea. Ne cerco il senso nella narrazione altrui, nei romanzi, nella narrativa, tra le pieghe della poesia, nei racconti e negli aforismi così da poterle vedere sotto nuove prospettive con creatività.

  • Persona, colei o colui il quale cresce nel proprio spazio privato, un esser-ci che funziona da moltiplicatore per la comunità, la ‘stella grande’ nella quale è calata.
    Viaggio, comprenderne il valore come capacità innata dell’uomo di progettare il proprio ‘viaggio’ a partire dalle proprie possibilità.
    Cura, occuparsi, avere premura in riferimento alla responsabilità che deriva dall’osservazione dell’altro.
    Trasformazione, rinascita continua dopo momenti di crisi secondo una potenza trasformativa che appartiene da sempre all’uomo in quanto parte della natura.

L’ascolto del suono di queste parole attraverso le letture ad alta voce di innumerevoli testi, di poesie e di racconti, apre alla discussione e alla condivisione di ricordi, pensieri, emozioni che rendono il gruppo coeso e orientato improvvisamente a una meta comune. Con l’avanzare degli incontri emergono altre parole importanti per i singoli partecipanti, le quali tessute con le tecniche della Poetry possono creare nuove mappe di senso e contribuire a una serie di benefici fondamentali per lo sviluppo emotivo e mentale.

“Non siamo nati esseri umani, ma possiamo diventarlo se leggiamo per vivere, perché l’educazione della mente e dei sensi che avviene attraverso le parole dei romanzi e delle poesie è un’educazione alla vita.”

Tags: bibliosophia, potere dei libri, pratiche filosofiche

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