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La vita comincia quando trovi il gruppo di lettura giusto, di Serena Alessandrelli

13/02/2021

 “Quando abbiamo un gruppo di persone sedute attorno a un tavolo che parlano, il tavolo è ciò che le rende un gruppo. E se togliete il tavolo, sono solo individui, non sono connessi”.  Hannah Arendt, Vita Activa

Il pensiero di Hannah Arendt partecipa involontariamente alla discussione sulla condivisione della lettura, quando la filosofa riflette sulla possibilità di costruire un mondo pubblico. La lettura apre alla  condivisione del pensiero che suscita, di conseguenza alla relazione con l’altro. La spinta a comunicare questo pensiero, mettendolo a disposizione di una o più persone che lo ascoltino e entrino in dialogo ,  diventa una forma di costruzione sociale importantissima soprattutto in un momento storico in cui la condivisione necessita di volontà estrema.

 

La vita comincia quando trovi il gruppo di lettura giusto

di Serena Alessandrelli

 

Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine”. Così diceva Virginia Woolf e sicuramente è il sogno di tutti i lettori. Lo pensavo anche io sospirando finché non mi sono improvvisamente ritrovata con molto tempo a disposizione. Potevo finalmente leggere i libri accumulati sul comodino, addirittura rileggere qualche classico, andare alle presentazioni di libri in giro per Roma. Per qualche tempo è stato tutto molto bello, ma poi si ripresentava la stessa sensazione che provavo fin da bambina, un disagio strano polarizzato tra l’entusiasmo di avere letto un bel libro e sentirsi sola in una bolla (esiste la sindrome del lettore solitario?). Avevo bisogno di parlare di quel libro, adesso lo so bene e sembra tutto più facile. Ma con chi? Con il ragazzo che legge seduto vicino a me in metro? Con la collega che l’altro giorno ha fatto un accenno ad una certa autrice e quindi ci potrei fare due chiacchiere? Oppure vado in giro a chiedere consigli a caso ai librai? In ogni caso la figura della stalker è assicurata.

Poi improvvisamente l’epifania (una delle mie parole preferite, l’improvvisa rivelazione di una verità nascosta per dirla alla Joyce): bastava mettere in una stanza le persone interessate ai libri che già conoscevo e vedere cosa ne sarebbe uscito. Così nasce un mini gruppo di lettura o bookclub, se vi suona meglio in inglese. Finalmente avrei abbandonato la mia bolla, le mie conoscenze limitate ad algoritmi e consuetudini per scoprire altre bolle, altre persone e altri libri. Superato l’imbarazzo di parlarne ai papabili membri (ed essere poco social vi assicuro non aiuta per niente), sono arrivate le idee, molte, alcune troppo ambiziose e fantasiose. Alla fine ho fatto il meglio che potevo con quello che avevo in quel momento: inesperienza ed entusiasmo. Che poi potrebbe sembrare una soluzione scadente, ma credo sia invece una formula semplice ed autentica che può andare bene per molte cose ed ha ampi margini di miglioramento.

Così è stato e così è da due anni.

Siamo un gruppo poliedrico ed indisciplinato per gusti e abitudini letterarie, un po’ naif, età media non bassissima ma dal valore inestimabile. É un piccolo gruppo che muta sempre anche nella composizione, nel tempo ci sono stati abbandoni e nuovi membri. Con il tempo abbiamo imparato a fare scelte più audaci, tradiamo i nostri generi e autori preferiti per conoscerne altri senza paura, soprattutto abbiamo imparato a leggere meglio, con cura, perché leggiamo per gli altri e non più solo per noi stessi. Sottolineiamo frasi da leggerci all’incontro, fantastichiamo su finali alternativi e sui non detti dei personaggi, facciamo associazioni di idee che generano sempre  una lista infinita di libri “da leggere assolutamente”,  fino a casting per possibili versioni cinematografiche. E poi ci mettiamo dentro la nostra visione delle cose, le nostre vite e le nostre trame incompiute e ammaccature, ma anche dei piccoli progetti che realizzeremo insieme prima o poi. Tutto questo nonostante l’algoritmo stress-lavoro-casa-tuttoilmondoècontrodinoi e da ultimo il Covid.

Non so oggi come sarebbero le nostre vite senza Bookmania e senza i libri che abbiamo letto insieme, e al momento posso parlare solo per me, ma ho l’impressione di avere scoperto un elisir. Mettere in circolo qualcosa che torna sempre più potente e migliore di come era all’inizio, scegliere di dedicare del tempo, ascoltare ed essere ascoltati, cambiare idea, cercare la meraviglia nei libri e raccontarcela. Tutti questi miracoli avvengono in un microcosmo di lettori che si incontrano ogni primo mercoledì del mese, qualsiasi cosa succeda nel mondo.  E per adesso ci piacciamo molto così, poi chissà come evolveremo.

–Non sciorinerò indagini sociologiche sulle dinamiche del gruppo, sondaggi, esperimenti scientifici né tutte le citazioni sulla lettura. Credo di avere ampiamente trasmesso e dimostrato il mio entusiasmo per essere parte di qualcosa, in questo caso un gdl, ma accettate il mio consiglio: create dei momenti di incontro con altri lettori, che sia in ufficio, in palestra oppure online. Mettetevi in gioco anche e soprattutto se pensate di essere gli unici ad avere letto tutto David Foster Wallace, se amate sia Harry Potter che Roberto Calasso, se conoscete a memoria Cime tempestose, se preferite gli audiolibri o solo gli horror: offrite i vostri pensieri e i vostri libri del cuore ed accogliete quelli degli altri con lo stesso abbandono.  Se poi preferite attaccare bottone in metro, nessuno vi sta giudicando! Non resisto però a chiudere con una rivisitazione di un proverbio africano: Se vuoi leggere veloce, leggi da solo. Se vuoi leggere meglio, leggi insieme ad altri!

 

di SERENA ALESSANDRELLI

tenutaria di un gruppo di lettura

domatrice di due figlie adolescenti

accumulatrice di sogni e di libri

inguaribile ottimista

Tags: gruppi di lettura, leggere

Una risposta a “La vita comincia quando trovi il gruppo di lettura giusto, di Serena Alessandrelli”

  1. Gea ha detto:

    Grazie Serena!🥰

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