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Conversando con…

28/03/2023

Una nuova rubrica pensata per rispondere alla domanda

cosa significa leggere con sguardo biblioterapico?”

Sono da sempre una grande lettrice, amo profondamente la letteratura, ne colgo il valore formale e mi appassiono per il suo messaggio pedagogico. Leggere con sguardo biblioterapico richiede un esercizio diverso rispetto a quello che compie il lettore quando sceglie i propri libri in totale libertà, magari sulla base delle proprie curiosità o dei propri interessi o dei propri valori; quando li legge lasciandosi trasportare da vicende, personaggi e situazioni messi in campo dalla scrittura dell’autore; quando ne fa una critica sulla base della cultura di provenienza, delle sensazioni vissute e del momento psichico in cui si trova.

Leggere con sguardo biblioterapico, nel mio caso biblio-sophico o biblio-educativo, prevede lo sforzo di rintracciare nei testi proprio quel motore in grado di produrre nel lettore l’effetto emotivo che gli consenta di immedesimarsi e proiettarsi sulle parole lette. L’obiettivo è quello di integrare queste emozioni suscitate dall’immedesimazione letterario o empatia narrativa, processi psicologici capaci di produrre nel lettore catarsi e integrazione delle parti.

Questo sforzo è ben codificato dalla metodologia della Biblioterapia sia nel suo sguardo umanistico sia in quello clinico – ramificazioni che hanno obiettivi ben diversi e vengono praticati da professionisti ben distinti sebbene accomunati dai medesimi strumenti di lavoro. Cogliere nei testi questa attitudine significa farne selezione all’origine, individuarne gli indicatori stilistici e tematici che devono avere caratteristiche precise: l’universalità delle esperienze che vengono trattate, la capacità di esprimersi in modo comprensibile, un approccio positivo ai diversi temi, un ritmo andante in grado di favorire il coinvolgimento del lettore, una lunghezza accettabile che non affatichi la concentrazione e una spiccata capacità di stimolare l’immaginazione.

Queste caratteristiche rendono un testo appetibile dal punto di vista biblioterapico sebbene esse possano variare di intensità a seconda delle diverse tipologie di letteratura o di brano che si voglia utilizzare. È necessario tenere presente che in biblioterapia il materiale letterario utilizzabile è vastissimo, va dalla narrativa al romanzo, dal racconto alla fiaba, dalla poesia all’aforisma, dalla biografia al saggio. Questo ci ricorda che il focus è sempre sugli obiettivi che ci si propone di raggiungere attraverso il testo, il quale verrà scelto tenendo presente non ultimi i gusti del facilitatore.  L’incontro tra il materiale e il lettore viene infatti amplificato dalla relazione con il terzo elemento, il biblioterapista, il quale svolge sia un ruolo da mediatore tra i primi due, sia da propulsore grazei alla sua passione e al suo sguardo.

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